PROGETTO PER IL RESTAURO DEL SOFFITTO DELLA SALA DI RAPPRESENTANZA DI PALAZZO MARCABRUNI GIULIANI, sede dell’ARCHIVIO STORICO AD ARCO (TRENTO).
Committente: Comune di Arco
Importo complessivo dell’opera: € 27.003,81
Periodo di esecuzione del servizio:
- progetto definitivo: settembre 2021
- progetto esecutivo: gennaio 2022
- esecuzione: 4 luglio 2022 – 5 ottobre 2022
Ruolo svolto nell’esecuzione del servizio:
Incarico per la progettazione definitiva, esecutiva, direzione lavori, misura e contabilità, CRE
Descrizione architettonica dell’opera
Palazzo Giuliani trova origine a fine Quattrocento, quando Francesco d’Arco (1413 – 1482) in seguito alla morte del padre ed avendo ereditato i suoi feudi, vi si ritira nel 1462. Negli anni successivi l’edificio è oggetto di cure e di ristrutturazione, diventando il primo palazzo a sorgere ad Arco, ed assume per questo l’appellativo di “Nuovo”. Sulla facciata che fronteggia la piazza vengono realizzati i portici, convertendolo in uno spazio pubblico, dove si sono vissuti momenti importanti per tutta la comunità. Nei decenni successi attorno alla piazza verranno costruiti anche gli altri palazzi, come Palazzo del Termine, Palazzo di Piazza e quello di San Pietro.
Il salone affrescato, oggetto del progetto, si colloca al primo piano del Palazzo Marcabruni-Giuliani, il quale si affaccia su Piazza III Novembre nel centro storico di Arco. Il salone è anche noto come “Sala pitturata” e svolgeva il ruolo di sala di rappresentanza. La sala, di forma rettangolare, è collegata ad altre quattro stanze sul lato nord-est. A sud si aprono due porte finestre che si affacciano sulla piazza e danno accesso alla loggia del Palazzo. Sulla parte est è presente, verso sud, l’accesso all’ufficio dell’Archivio e una porta; tra le due aperture si colloca un caminetto in pietra decorata e ante in legno, a loro volta dipinte. A nord sono collocate altre due aperture ed infine, sulla parete ovest della stanza verso nord è collocato il portale d’accesso all’Archivio da cui si accede al vano scale connesso alla corte interna. Tutte le aperture ad eccezione delle porte finestre che conducono alla loggia, sono caratterizzate da portali in pietra dipinti di verde con lo stesso motivo del caminetto. A scandire lo spazio sulle varie pareti sono rappresentate delle colonne a finto marmo. Le colonne “poggiano” su un basamento e “reggono” una trabeazione, i quali continuano lungo tutto il perimetro della stanza, interrompendosi solo in corrispondenza delle aperture. Le decorazioni delle pareti, come quelle del soffitto cercano di dare una percezione di tridimensionalità alla stanza, sfruttando il disegno prospettico. Tra le colonne dipinte sono raffigurati dei tendaggi, dietro ai quali possiamo intravedere la rappresentazione di spazi esterni, caratterizzati da una grande terrazza, estendendo la percezione dello spazio della sala in tutte le direzioni. Il soffitto si presenta anch’esso come un’estensione dello spazio; infatti, sono dipinte delle colonne, in corrispondenza di quelle raffigurate sulle pareti, sulle quali si imposta una balaustra di forma ellittica rappresentata come se fosse vista dal basso verso l’alto intervallata da fioriere. Nello spazio centrale delimitato dalla balaustra si contraddistinguono tre zone dipinte rappresentanti delle figure alate, le quali sono circondate da dei decori floreali che seguono delle geometrie riempiendo il soffitto. Il dipinto centrale, che rappresenta S. Daniele trasportato dall’Angelo che lo salvò dalla fossa dei leoni, si differenzia dagli altri due in quanto è una tela ovale dipinta ad olio ancorata al soffitto. La cornice dell’ovale è dipinta direttamente sul soffitto con motivi a trompe l’oeil.
Restauri precedenti
La tela del soffitto è stata oggetto di restauro nel 1998 ad opera di Gianmario Finadri & C. s.n.c. Essa è stata rimossa ed è stata rifoderata su una tela di maggiori dimensioni. Oltre ad interventi di carattere conservativo sono stati eseguiti degli interventi con l’obiettivo del recupero estetico. Nel 2012 la sala è stata oggetto di un altro intervento di restauro in seguito ad una infiltrazione di acque nere che aveva danneggiato i dipinti murali. Sempre nel 2012 è stata redatta dal dott. ing. Paolo Mayr una relazione illustrativa sul controllo delle lesioni, riportando la presenza di fessurazioni riapparse nelle medesime posizioni rilevate nel 1993. Le lesioni indicano una situazione congenita di carenza di un collegamento efficiente trasversale, ma non ne pregiudicano il comportamento statico, motivo per cui si ritiene non sussista alcuna necessità di effettuare un intervento di rinforzo.
Stato di degrado
La struttura di base del soffitto è composta da un graticcio molto fitto di listelli di legno i cui interspazi sono riempiti da malta base di calce e aggregati in malta-paglia. I listelli sono fissati con chiodi in ferro alle travi in legno del solaio. Le criticità emerse sono da imputarsi alle differenti reazioni micro-fisiche dei diversi materiali impiegati. I cicli di cambiamenti termici e atmosferici hanno messo in atto fenomeni di dilatazioni e restringimenti dei materiali con conseguenti differenze volumetriche specifiche tra legno e malta. Sul soffitto si annota deposito superficiale. Un’evidente deformazione sotto forma di un’area convessa è osservabile in prossimità del centro del soffitto e si estende per circa 2/3 della superficie. È stata segnalata anche la caduta di piccoli frammenti.
Progetto di intervento
Indicazioni di massima degli interventi di restauro, dei materiali e delle metodologie da applicare:
1. Documentazione fotografica dell’intervento di conservazione e restauro, del prima, durante e dopo l’intervento con riprese e stampe nel formato e nel numero richiesto dalla D.L. e dalla Soprintendenza.
2. Protezione di alcune parti della superficie pittorica con Parapodi B67 in solvente polare White Spirit ed eventuale applicazione di garze idrofila in cotone e/o TNT e metacrilato.
3. Rimozione di parti incompatibili di stuccature, mediante mezzi meccanici manuali, previo fissaggio dei bordi degli intonaci ad esse limitrofi.
4. Rimozione di elementi metallici estranei dove necessario, o trattazione degli stessi con sostanze complessanti e protettivo/stabilizzante per le ossidazioni metalliche.
5. Sigillatura delle fessurazioni dell’intonaco previa apertura delle medesime, asportazione del materiale incoerente presente all’interno e successiva occlusione con malta provvisoria (malta magra con calce e inerti in proporzione di 1:6).
6. Consolidamento dei distacchi d’intonaco mediante iniezioni di maltine consolidanti a basso contenuto salino PLM/AL. Malta idraulica e/o leganti (es. idrossipropilcellulosa-) da ricercarsi tra materiali compatibili agli elementi costitutivi dell’opera, previa esecuzione di test da concordare con la DL e Soprintendenza.
7. Inserimento, solo ove necessario, di piccoli perni in fibra vegetale e/o vetroresina ancorati con resina epossidica bicomponente.
8. Puntellamento, provvisorio laddove necessario, nelle zone a rischio di crollo per il sostegno di porzioni critiche durante le fasi di consolidamento.
9. Consolidamento microstrutturale delle superfici disgregate, con perdita di coesione del legante, mediante applicazione ripetuta di idoneo consolidante (di tipo inorganico o organico). Se dalle prove eseguite le metodologie inorganiche non potessero essere applicate, si procederà ad un fissaggio organico in diluizione appropriata.
10. Pulitura della superficie pittorica mediante la rimozione dei depositi superficiali incoerenti (particellato atmosferico) da eseguirsi per via meccanica manuale (pennellesse morbide)
11. Rimozione di malte inidonee da eseguirsi previa messa in sicurezza del materiali costitutivi originali
12. Pulitura superficiale degli elementi lignei inseriti nella muratura, a secco per via meccanica manuale e/o con applicazione di solventi idonei. Consolidamento delle materie lignee degradate e reincollaggio di eventuali elementi staccati. Stuccatura e stesura di protettivo finale idoneo da concordare con D.L. e Soprintendenza.
13. Applicazione di Paraloid B67 in solvente apolare, ove necessario, se in presenza di marcata solubilità della pellicola pittorica a fine propedeutico prima della realizzazione delle stuccature.
14. Stuccatura delle discontinuità dell’intonaco con impasto a base di calce idraulica desalinizzata ed inerti con granulometria e rapporti in volume simili a quelli dell’intonaco esistente. Nelle lacune di profondità applicazione della malta eseguita per stratificazioni successive e con aggregati a granulometrie decrescenti, dagli strati più profondi a quelli più superficiali.
15. Velatura pittorica dell’intonaco, finalizzata al ristabilimento dell’equilibrio cromatico, mediante stesure di colore a base di calce opportunamente colorate con pigmenti organici e inorganici e velature ad acquerello da concordare con D.L. e Soprintendenza.
Descrizione dell’intervento di restauro in una relazione tecnica finale.
Fotografie dello stato di fatto
Fotografie di cantiere e lavori ultimati