CHIESA PARROCCHIALE SS. REDENTORE A CUNEVO (TRENTO)

LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA – PROGETTO DI VARIANTE PER LA CHIESA PARROCCHIALE SS. REDENTORE, p.ed. 51 C.C. CUNEVO (TRENTO)

Committente: Parrocchia del Santissimo Redentore, Cunevo

Importo complessivo dell’opera:

  • variante n.1 al progetto definitivo di P. Mazzoleni (e CSP): € 217.454,87
  • esecuzione: € 316.647,02

Periodo di esecuzione del servizio:

  • variante n.1 al progetto definitivo di P. Mazzoleni (e CSP): febbraio 2022
  • esecuzione: 12 ottobre 2022 – 14 luglio 2023

Ruolo svolto nell’esecuzione del servizio:

Incarico per la progettazione definitiva della variante, esecutiva, Direzione Lavori, Misura e Contabilità, CRE, CSP e CSE.

INFORMAZIONI STORICHE:
Storia del manufattoLa Chiesa di Cunevo è stata realizzata tra il 1858 e il 1862, su progetto del geometra Giovanni Luigi Brugnara. A soli dieci anni dalla fine del cantiere, il Capitanato Distrettuale sollecitò il Comune di Cunevo affinché il tetto venisse riparato. In data 11 agosto 1876 la chiesa venne consacrata e dedicata al Santissimo Redentore da monsignor Giovanni Haller, coadiutore del principe vescovo Benedetto Riccabona de Reichenfels. Altri eventi che riguardarono la chiesa e la sua manutenzione risalgono al 1920, anno in cui vennero sostituite le due campane requisite dagli austriaci durante la Prima guerra mondiale e al 1926, quando furono sostituite le vetrate con dei nuovi pezzi realizzati dalla ditta trentina Parisi. Nel 1932 il concerto campanario si completò con altri due nuovi bronzi. All’interno della chiesa sono collocati tre altari. Inoltre, si osservano due sculture in lego policromo, le quali sono poste sopra mensole sulle lesene delle cappelle laterali e sono state realizzate da Carlo Pancheri (1909-1954); quella collocata a sinistra raffigura il Sacro Cuore, mentre quella posta a destra rappresenta S. Giuseppe col Bambino. La chiesa venne decorata tramite dipinti murali realizzati da Matteo Tevini (1872-1946) a cavallo tra il 1939 e il 1940.
Il 17 dicembre 1959 tramite decreto vescovile la curazia di Cunevo fu elevata a parrocchia; seguirono tra il 1969 e il 1973 degli interventi per l’adeguamento liturgico del presbiterio e la rimozione della cantoria in controfacciata. La chiesa venne danneggiata il 6 maggio del 1976 dal terremoto del Friuli, con l’apertura di lesioni soprattutto nella zona meridionale e occidentale e sulle volte. Nel 2008 l’architetto Patrizia Mazzoleni ha redatto un Progetto di Manutenzione straordinaria a cui non è stato dato seguito con un cantiere.

DESCRIZIONE ARCHITETTONICA DELL’OPERA
La chiesa sorge, orientata verso est, nel centro del paese, affacciandosi sulla piazza SS. Redentore. Presenta un impianto a pianta rettangolare ad un’unica navata, suddivisa in tre campate. La facciata principale, intonacata e tinteggiata, è a due piani sormontati da un timpano triangolare, all’interno del quale si colloca il quadrante di orologio circolare. Sopra il primo cornicione si apre una finestra di forma semicircolare con vetrata istoriata che illumina la chiesa al suo interno. Mentre, la zoccolatura di base è interrotta dal portale di ingresso maggiore architravato. Le due cornici orizzontali modanate che corrono a metà altezza e in sommità della muratura proseguono su tutte le facciate. In corrispondenza della seconda campata si impostano le due cappelle laterali che ospitano gli altari secondari; mentre in corrispondenza della terza campata si collocano gli ingressi secondari. Al di sopra del cornicione intermedio e sui prospetti laterali si collocano quattro finestre a lunetta della ditta Parisi di Trento che hanno il compito di illuminare a coppie le cappelle laterali e il presbiterio. A nord è addossato un piccolo volume che ospita il locale della centrale termica per il sistema di riscaldamento ad aria ed è dotato di porte REI; invece, a sud si trova il volume dedicato alla sacrestia. Entrambi sono illuminati rispettivamente da una coppia di finestre rettangolari dotata di inferriate, davanzale e cornice in pietra.
La facciata del presbiterio è cieca e sopra la zona absidale si ergono una coppia di campaniletti simmetrici. Entrambi i campanili sono caratterizzati da un breve fusto a base quadrangolare intonacato e tinteggiato, da una cella delimitata da cornici orizzontali dove si aprono 4 monofore centinate allungate e da una copertura in rame a cuspide con spicchi coronata da sfera e da croce apicale. La struttura presenta una copertura in tegole di cemento tipo Wierer a più spioventi a pendenza ridotta sopra la navata e a unica pendenza in corrispondenza dei volumi di servizio della sacrestia e della centrale termica. Sul bordo della copertura corrono i canali di gronda in lamiera verniciata. La struttura portante del tetto è in legno; mentre le murature portanti sono in pietrame. Sul perimetro ad ovest e in parte del perimetro a nord e a sud la Chiesa presenta un’intercapedine aerea realizzata con una sottofondazione in cemento e conclusa con una grata in ferro zincato. Lo spazio davanti all’ingresso è realizzato con riquadrature in granito delimitanti pavimentazione in cubetti di porfido. La Piazza antistante è in pendenza verso l’ingresso della Chiesa. Per prevenire l’entrata di acqua piovana nell’edificio sacro parrocchiale è stata realizzata una grata di scolo e raccolta dell’acqua che però risulta ancora insufficiente nei casi di forti temporali o bombe d’acqua. Dall’esterno, varcato il portone in legno di noce con specchiature con motivi geometrici, si accede alla navata attraversando una bussola realizzata in vetro e legno tinto. La navata è scandita lungo le pareti da coppie di paraste con specchiature a finto marmo raccordate dal cornicione marcapiano sommitale. La prima e l’ultima campata sono voltate a botte unghiata, mentre quella intermedia è coperta da una volta a crociera suddivisa in quattro vele prive di costoloni. Infine, le cappelle e il catino absidale sono coperti volte a botte semplice. Salendo tre gradini, rispetto alla navata si accede al presbiterio, nel quale è inscritta un’abside semicircolare. Alla sinistra della zona presbiteriale si accede, tramite una porta in legno con stipite in pietra, alla centrale termica e specularmente sulla destra si accede alla sacrestia. In fondo alla navata sulla destra è collocato il fonte battesimale realizzato in pietra rossa lavorata con una copertura in legno intagliato e dipinto. L’altare maggiore si colloca sopraelevato rispetto al presbiterio di due gradini in pietra calcarea rossa. Mentre le cappelle laterali dove si collocano gli altari secondari, dedicati al S. Michele Arcangelo e all’Immacolata, sono sopraelevate di un gradino rispetto alla quota della pavimentazione della navata. Inoltre, nella cappella sinistra si trova un confessionale in legno. Gli altari laterali sono stati realizzati in legno policromo intagliato e dorato: quello collocato nella cappella sinistra è stato realizzato dalla Bottega dei Bezzi a fine del sec. XVII e la pala tra le colonne policrome è una copia di un lavoro di Guido Reni realizzata e successivamente donata da Maria Helfer Gorfer nel 1928. Invece, l’altro altare minore, datato XIX-XX sec. e la sua statua raffigurante l’Immacolata sono opera di autori ignoti. Le decorazioni ad affresco, realizzate da Matteo Tevini decorano gli ambienti voltati. In particolare, la volta della zona absidale è decorata da un affresco rappresentante la SS. Trinità; quella del presbiterio dalla raffigurazione di quattro angeli a circondare l’acrostico IHS; infine, su quella della navata sono dipinti l’Assunta, i quattro evangelisti e S. Lorenzo in gloria. Anche gli affreschi sopra le porte, che conducono alla sacrestia e al locale tecnico, raffigurano rispettivamente la cacciata dal Paradiso Terrestre e l’Annunciazione e sono opera del Tevini; come gli affreschi che decorano le lunette poste sopra il cornicione. Nelle lunette sono raffigurati, in ordine partendo da sinistra, S. Caterina patrona d’Italia, S. Vigilio Vescovo e martire, S. Francesco patrono d’Italia e S. Teresa del Bambin Gesù. La pavimentazione è in quadrotti di pietra calcarea rossa e bianca disposte a scacchiera diagonalmente; nel presbiterio si osserva la pavimentazione originaria; mentre nella navata e nelle cappelle è stata posata una pavimentazione nuova, affine a quella originale per cromia e disposizione durante l’ultimo intervento di restauro. Nella navata sono collocate due batterie di banchi sotto le quali è collocata una pavimentazione lignea a livello con quella nuova in pietra, oggetto di intervento negli anni ’80. Il pavimento della sacrestia, che si pone alla stessa quota di quello del presbiterio, è realizzato in piastrelle tipo cotto.
Dalla sacrestia e dal locale termico si accede a due vani, posti in corrispondenza della proiezione dei due campanili usati in passato, per consentire l’accesso alle celle campanarie dove sono ospitate le quattro campane.

CONSIDERAZIONI SULLO STATO DEL DEGRADO
Il basamento in rilievo realizzato con sguscia e alzato in calce idraulica/ cemento sui prospetti ovest, nord e sud presentava importanti fenomeni di umidità di risalita nonostante la presenza dell’intercapedine aerata totale sul prospetto principale, parziale sui due prospetti laterali. Sul prospetto ovest la situazione era aggravata dal ruscellamento dell’acqua piovana solo parzialmente frenato dall’apposita grata di raccolta e dalla contropendenza della pavimentazione del sagrato.
Essendo la struttura e la sottofondazione realizzate in cemento notoriamente igroscopico la condizione di degrado non stupiva. L’umidità aveva causato distacco dell’intonaco di finitura con messa in luce dello strato a contatto con il supporto murario, decoesionamento, degradazione differenziale fino a zone di mancanza, presenza di vegetazione senza consistenti apparati radicali, muschi e licheni. la parte superiore dei prospetti mostrava fenomeni di tendenza al distacco dell’intonaco e della finitura a tinteggiatura, decoesionamento, deposito superficiale, erosione con polverizzazione con puntali zone di dilavamento. Quest’ultimo fenomeno si registrava più consistente in corrispondenza dei cornicioni modanati protetti da una copertina in lattoneria di lamiera preverniciata di colore grigio dalla quale l’acqua meteorica portava con sé deposito e polveri terrose. La mantovana in legno risultava degradata dall’azione del sole e dell’acqua piovana. Alcuni angoli del sottogronda presentavano mancanza di intonaco con messa a nudo della struttura di graticcio di supporto. Il prospetto est presentava i fenomeni sopraelencati con minore intensità. La copertura in tegole di cemento presentava fessurazioni e qualche mancanza.

PROGETTO DI INTERVENTO:
Il progetto iniziale di Manutenzione straordinaria autorizzato da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici con determinazione del Dirigente n. 721 dd. 22.07.2008 prevedeva un intervento generale sull’edificio sacro, poi mai realizzato.
Con il Progetto di Variante n. 1 sì è inteso dare delle priorità agli interventi a fronte della concessione di un importante contributo ottenuto dalla PAT – Soprintendenza per i Beni Culturali determinazione del Dirigente n. 927 dd. 13.11.2020. E’ stato concordato con il funzionario di zona arch. Ivo Leonardelli di non proseguire nel completamento della trincea drenante e nella posa di sistemi di deumidificazione basati su principi elettrofisici; mentre si è deciso di intervenire in modo totale nella sostituzione del manto di copertura, posando tavolato e guaina di impermeabilizzazione ora assenti. Alla luce di un’analisi morfologica delle superfici e di un aggiornamento dello Stato di degrado dell’edificio sono stati eseguiti gli interventi elencati a corredo degli elaborati progettuali riportati accanto.

Fotografie dello stato di fatto

Fotografie di cantiere e lavori ultimati